In macchina, insieme a Davide a Andrea, stavamo andando a comprare fumetti in un negozio che abbiamo scovato, un po' nascosto e per questo più romantico... in una traversa di un paese vicino a quello nel quale abitiamo noi. I discorsi, come al solito, spaziavano dalla loro giornata scolastica, sempre fonte di inesauribili vicende legate a insegnanti ed amici, a cosa comprare e a chi per il Natale oramai alle porte... quando una foto mi è venuta incontro...
Sul lato sinistro della strada che stavamo percorrendo si apriva uno dei parchi pubblici del nostro paese. Un prato lungo e largo puntellato di alberelli con le giostre sul fondo, a sinistra, nelle quali stasera nessun bambino giocava. Le cancellate, a sbarre larghe e intermittenti, lasciavano sbirciare volentieri quelli che passavano accanto. Una leggera nebbiolina si divertiva a trasferire nuvolette a cespugli verdi che puntellavano il lato destro.
In uno dei sentieri, in primo piano rispetto al prato, camminavano rilassate a chiacchierare due mamme giovani giovani ed a precederle due bambine con tanto di codino, saltellanti... come solo un regista di esperienza poteva suggerire loro, o come un bambino vero al colmo dell'entusiasmo.
Ho rallentato ed inserito la porzione di spazio tra le dita pollice ed indice ad incrocio ed ho scattato.
Davide mi ha detto: "Mamma! Ma pensi sempre alle foto!"
Io mi sono difesa, come si fa quando ci si sente un po' punti sul vivo: "Ma non ho preso il cellulare per scattare, come avrebbero fatto vent'anni fa i giapponesi che prendevamo in giro per questo, o come fa chiunque (sigh!) per mostrare la pastasciutta o l'unghia smaltata!". E lui, (degno figlio di sua madre) ha continuato:"Non c'entra quello che hai fatto, ma il fatto che tu pensi la realtà per fotografie."
Prim di rispondere ho pensato... che sì, questo è vero. Ma io rispetto troppo la fotografia per costringerla a conservare ogni aspetto della realtà che non meriti di essere ricordato: per la sua bellezza, per la sua bruttezza, perché testimonia un evento (privato o pubblico), e per mille altri motivi che io stessa non saprei elencare... ma SCELGO, sono io che mi fermo, colgo l'attimo ed inquadro, non scatto continuamente e senza senso su qualunque cosa cada davanti al mio sguardo.
iltempoelafotografia
di Barbara Napolitano
venerdì 13 dicembre 2013
venerdì 4 ottobre 2013
IN MEMORIA - CON AMORE
http://www.corriere.it/foto-gallery/cronache/13_ottobre_04/sorrisi-ricordi-foto-vittime-naufragio-af238ee0-2cb6-11e3-bdb2-af0e27e54db3.shtml#1
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| Riprendo quest'immagine dal sito del Corriere della Sera, come indicato, in memoria di chi ha perso la vita che aveva per cercarne una migliore. Ed in questa nuova vita aveva pensato di portare i ricordi cari di qualcuno di quei momenti fermati dallo scatto di una macchina fotografica.http://www.corriere.it/foto-gallery/cronache/13_ottobre_04/sorrisi-ricordi-foto-vittime-naufragio-af238ee0-2cb6-11e3-bdb2-af0e27e54db3.shtml#1 |
venerdì 27 settembre 2013
Io mi vedo
IO SONO: L'AUTOSCATTO
Le foto autoritratto che le ragazzine (soprattutto, ma purtroppo non solo) propongono ossessivamente, in posa con le labbra atteggiate a dare un bacio all'immaginario spettatore, sia esso amica, papabile fidanzato, familiare, sconosciuto/a a cui si è accordata "l'amicizia", riempiono questo web e quell'altro. La scelta del luogo che si intravede nella foto, spesso il bagno di casa, del locale, del posto più vicino, insomma, nel quale ci si è rifatte il trucco, quasi a scongiurare il pericolo che allontanarsi di qualche metro ponga irrimediabilmente fuori posto il capello tanto argutamente sistemato, la dicono lunga sull'importantza che lo scatto avvenga hic et nunc, senza troppa distanza dallo specchio nel quale abbiamo decretato che l'immagine è quella giusta, quella che ci rappresenta meglio.
Le foto autoritratto che le ragazzine (soprattutto, ma purtroppo non solo) propongono ossessivamente, in posa con le labbra atteggiate a dare un bacio all'immaginario spettatore, sia esso amica, papabile fidanzato, familiare, sconosciuto/a a cui si è accordata "l'amicizia", riempiono questo web e quell'altro. La scelta del luogo che si intravede nella foto, spesso il bagno di casa, del locale, del posto più vicino, insomma, nel quale ci si è rifatte il trucco, quasi a scongiurare il pericolo che allontanarsi di qualche metro ponga irrimediabilmente fuori posto il capello tanto argutamente sistemato, la dicono lunga sull'importantza che lo scatto avvenga hic et nunc, senza troppa distanza dallo specchio nel quale abbiamo decretato che l'immagine è quella giusta, quella che ci rappresenta meglio.
Madonna e sua figlia Lourdes |
Se provate a stamparne un migliaio, e le dividete per colore dei capelli del soggetto, sarà quella l'unica cosa che vi consentirà di distinguerle tra loro. Tutto quello che faticosamente i regimi totalitari tentavano di mettere in pratica, ovvero l'omologazione umana, è adesso lasciato all'abnegazione che ciascun singolo opera pur di somigliare alla massa. Senza esserne assolutamente consapevole. Ciascuna ragazza agisce con la convinzione di essere totalmente unica, di aver trovato la posa più figa. Mi fa tanta tenerezza questa foto che Lourdes, figlia di Madonna, scatta a se stessa ed alla madre: questo gesto ne certifica l'appartenenza alla categoria delle ragazze di tutto il mondo, la rende indistinguibile e, francamente, se non fosse per la vicinanza della mamma passarebbe senza dubbio inosservata e la catalogheremmo, solamente, come una delle appartenenti alla categoria delle brunette.
Se provate a stamparne un migliaio, e le dividete per colore dei capelli del soggetto, sarà quella l'unica cosa che vi consentirà di distinguerle tra loro. Tutto quello che faticosamente i regimi totalitari tentavano di mettere in pratica, ovvero l'omologazione umana, è adesso lasciato all'abnegazione che ciascun singolo opera pur di somigliare alla massa. Senza esserne assolutamente consapevole. Ciascuna ragazza agisce con la convinzione di essere totalmente unica, di aver trovato la posa più figa. Mi fa tanta tenerezza questa foto che Lourdes, figlia di Madonna, scatta a se stessa ed alla madre: questo gesto ne certifica l'appartenenza alla categoria delle ragazze di tutto il mondo, la rende indistinguibile e, francamente, se non fosse per la vicinanza della mamma passarebbe senza dubbio inosservata e la catalogheremmo, solamente, come una delle appartenenti alla categoria delle brunette.
E' la moda.
Tutt'altra storia, invece, la foto scattata in pieno volo da questo simpatico matto.
Anche la sua è una categoria in voga: di coloro che nelle situazioni più impensate, piuttosto che salvarsi la vita, pensano di rendere indimenticabile l'attimo prima di rischiare di perderla.
Questi "nuovi" fotografi hanno un bisogno assillante di documentare non solo la realtà nella quale vivono attraverso scatti continui, ma di certificare il loro stesso essere al mondo con la ripresa fotografica. Da questa documentazione (di ogni mise...!!! TUTTE TUTTE TUTTE) dipende la loro sopravvivenza nella realtà virtuale, l'unica che riconoscono come possibile. Ripeto spesso che una volta prendevamo in giro i giapponesi per questa loro fissazione di fotografare tutto. Siamo peggio. In questa delirante raccolta di foto i ritratti mi divertono ancora, mentre cappuccini, caffè, piatti di spaghetti e "piedi" sparsi ovunque mi annoiano un po'.sabato 22 giugno 2013
sabato 23 marzo 2013
DIGITAL PHOTO
Quante volte ci lasciamo andare a scatti che non avremmo mai fatto vent'anni fa.
Un tempo si prendevano in giro i giapponesi che nelle mille occasioni che presentava la giornata, tiravano inaspettatamente fuori dalla tasca la propria macchinetta fotografica e giù ad immortalare qualunque cosa passasse a tiro del loro obiettivo.
Ora siamo tutti nella stessa direzione, dell'obiettivo intendo.
Guai a trovarsi sulla linea di fuoco di un portatore insano di cellulare postmoderno dotato di capacità fotografiche che raggiungono la vetta dell'infrarosso, mentre stiamo per masticare un boccone troppo grosso o qualcosa di poco consono sta per accaderci. Non c'è dubbio. Finiremo come minimo nella sua "galleria" di foto brutte, volgari, inutili.
La scelta della "bellezza", per carità è sempre soggettiva, ma qui si sfiora veramente l'ovvio e nessuno riuscirà mai a convincermi che certe volgarità sia sensato riprenderle.
Accanto a queste foto gratuite poi ve ne sono una quantità di altre prodotte con scopi vari e che mai sarebbero state scattate ai tempi del rullino; il Corriere ne pubblica 22 esempi con tanto di didascalia....
Ma se qualcuno ha voglia di aggiungerne altre siamo ben disposti ad accogliere nuovi elementi in questo tentativo di classificazione dei nuovi soggetti fotografici dell'era digitale.http://www.corriere.it/tecnologia/foto/03-2013/fotografie/inutili/11-fotografie-che-non-avremmo-mai-scattato_7f3cb74a-92d5-11e2-b43d-9018d8e76499.shtml#1
Un tempo si prendevano in giro i giapponesi che nelle mille occasioni che presentava la giornata, tiravano inaspettatamente fuori dalla tasca la propria macchinetta fotografica e giù ad immortalare qualunque cosa passasse a tiro del loro obiettivo.
Ora siamo tutti nella stessa direzione, dell'obiettivo intendo.
Guai a trovarsi sulla linea di fuoco di un portatore insano di cellulare postmoderno dotato di capacità fotografiche che raggiungono la vetta dell'infrarosso, mentre stiamo per masticare un boccone troppo grosso o qualcosa di poco consono sta per accaderci. Non c'è dubbio. Finiremo come minimo nella sua "galleria" di foto brutte, volgari, inutili.
La scelta della "bellezza", per carità è sempre soggettiva, ma qui si sfiora veramente l'ovvio e nessuno riuscirà mai a convincermi che certe volgarità sia sensato riprenderle.
Accanto a queste foto gratuite poi ve ne sono una quantità di altre prodotte con scopi vari e che mai sarebbero state scattate ai tempi del rullino; il Corriere ne pubblica 22 esempi con tanto di didascalia....
Ma se qualcuno ha voglia di aggiungerne altre siamo ben disposti ad accogliere nuovi elementi in questo tentativo di classificazione dei nuovi soggetti fotografici dell'era digitale.http://www.corriere.it/tecnologia/foto/03-2013/fotografie/inutili/11-fotografie-che-non-avremmo-mai-scattato_7f3cb74a-92d5-11e2-b43d-9018d8e76499.shtml#1
giovedì 7 febbraio 2013
IL TEMPO GIUSTO PER LO SCATTO GIUSTO
«Inverno a Cracovia» è il titolo di questa foto realizzata da Martin Ryczek.
La bellezza indiscussa di quest'immagine è sicuramente nel soggetto che mette in relazione l'uomo con la natura, ma pure certamente il perfetto equilibrio di bianchi e neri che il fotografio ha magistralemnte saputo "creare". Per questo "scatto perfetto", infatti, Ryczek ha preparato per giorni il suo set, calcolato la giusta prospettiva, scelto tra tanti tempi, IL tempo giusto... LO scatto giusto è quindi il frutto di u na serie di scatti scartati.
Dal Corriere della Sera > LO SCATTO - «La foto "Inverno a Cracovia" è stata pensata e studiata», ha spiegato il fotografo. Che aggiunge: «In testa avevo una certa idea, ma stavo aspettando il momento giusto per realizzarla». L’idea gli è infatti venuta durante una delle sue abituali passeggiate lungo la Vistola. Dunque non si tratta solamente di fortuna: è anche il frutto di tanta pazienza. La stupenda immagine ha richiamato paragoni importanti, come i lavori del celebre fotografo americano Ray K. Metzker, noto per le perfette giustapposizioni luce/ombra e per l’uso bipolare del bianco e nero. /
http://www.corriere.it/cronache/13_febbraio_05/fotografia-perfetta-diventa-virale-inverno-cracovia_d9662296-6f72-11e2-b08e-f198d7ad0aac.shtml
sabato 29 dicembre 2012
FOLLIE
Follie mie, follie della rete...
Guardo il film "In time"(da vedere!!), mentre rispondo a qualche mail con il computer sulle ginocchia. Finito il lavoro mi passa per la testa di digitare a caso una serie di nomi che traggo dai protagonisti dello schermo, scegliendo la ricerca per immagini di Google... vengono fuori foto incredibili, allora provo ad inventare io dei nomi... a caso..., nomi inglesi, americani... L'idea è da "sociologi senza metodo", ma i risultati della ricerca casuale sono veramente interessanti... come dimostra la foto ottenuta inventando il nome di "Dorothy Smith".
Guardo il film "In time"(da vedere!!), mentre rispondo a qualche mail con il computer sulle ginocchia. Finito il lavoro mi passa per la testa di digitare a caso una serie di nomi che traggo dai protagonisti dello schermo, scegliendo la ricerca per immagini di Google... vengono fuori foto incredibili, allora provo ad inventare io dei nomi... a caso..., nomi inglesi, americani... L'idea è da "sociologi senza metodo", ma i risultati della ricerca casuale sono veramente interessanti... come dimostra la foto ottenuta inventando il nome di "Dorothy Smith".
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