domenica 8 gennaio 2012

La foto-ricordo!

Un'amica mi ha proposto un'immagine nella quale eravamo abbracciate alla festa di una terza amica.
Mi sono rivista nel gruppo, ho riconosciuto il vestito, sorriso della pettinatura e considerato che ero cambiata parecchio... ma se non avessi rivisto la foto mai per me ci sarebbe stato quel momento. Non ci sarebbe stato non solo nel senso che mai mi sarebbe venuto di rievocarlo (non accadde nulla che abbia reso memorabile la circostanza!), ma perché i dettagli di quella circostanza non sarebbero stati presenti tutti insieme. Avrei forse ricordato della pettinatura corta e sbarazzina del periodo, osservato che vent'anni fa, quando ero agli inizi dell'esperienza universitaria portavo spesso i calzoncini, e un insieme di altri particolari, ma mai mi sarei rivista così.
Grazie alle fotografie riusciamo a ri-vederci, ma anche a vedere quanto siamo cambiati, troviamo le espressioni, le facce, i corpi delle persone che eravamo. Non sempre questa è un'esperienza piacevole, anzi spesso sembra che fossimo proprio buffi e sembra strano che nessuno ridesse al nostro passaggio in strada! Trovo, poi, che la foto a colori sia particolarmente impietosa rispetto a quella in bianco/nero e che solo la patina della memoria salvi le vecchie foto. Il numero crescente di fotografie scattate, poi, ha di molto peggiorato la qualità dei soggetti! Intendo dire che negli anni Settanta, quando i fotografi erano tanti ma certo non ti fotografavano ogni momento come oggi, ancora era fatta salva una certa dignità dei soggetti. Eri vestito in maniera decente quando ti fotografavano. Era una circostanza in qualche modo "sensata". Non rischiavi di vederti immortalato mentre addentavi una fetta di salame a cena da tua sorella.
Le foto degli anni Ottanta, poi, non so perché mi sembrano particolarmente scialbe. Sembriamo tutti fuori posto. Provate a fare una ricerca su Google di foto anni Ottanta ... sembra che tutti  i barbieri fossero in sciopero e che indossare abiti lisi sia di moda! Solo i VIP erano patinati e i capelli cotonati per ore vivevano una vita propria! Ma quanto erano fighi i DURAN DURAN, capelli cotonati compresi.

domenica 1 gennaio 2012

BUON 2012!!!!



In genere ci rimangono nella mente immagini che sottolineano la durezza e la crudeltà della vita. Anche passati anni ricordo molto bene  le centinaia di occhi di bimbi africani che mi hanno rubato l'anima mentre chiedevano di essere adottati a distanza, o quelle che nella loro immediatezza raccontano di un gesto disperato ed orgoglioso, come quella del ragazzo solo davanti ai carri armati di piazza Tienanmen, od ancora quella della bimba vietnamita che avanza piangente e nuda... 
Nei miei ricordi per immagini, poi, ritorna spesso una foto che fu mostrata da Mino Damato in una puntata del Maurizio Costanzo Show e che ritraeva sua figlia adottiva Andreia nell'atto di porgere il viso al sole e che per lui racchiudeva tutta la felicità del mondo (1). Un'immagine che mi colpì moltissimo non solo per la bellezza della bambina e del vento che le portava alti i capelli, ma perché era stata preceduta da altre che mostravano la stessa bimba all'inizio della sua conoscenza con Mino, quando i segni della malattia che se la sarebbe portata via, l'Aids, erano molto evidenti.
Ebbene questa foto che vi mostro, rubata ad un altro Blog sull'argomento Ninna-nanne, mi ha subito fatto sorridere... mi ha invitato per questo nuovo anno ad una collezione di immagini che abbiano come riflesso incondizionato e sotterraneo una inevitabile felicità!!


Auguri... Barbara.






(1) Mino Damato, classe ’37 e originario di Napoli. E’ stato coraggioso inviato di guerra per la Rai e conduttore di molte trasmissioni, tra le quali ricordiamo Domenica In (celebre la sua camminata a piedi nudi sui carboni ardenti) e Incontri sull’Arca, di cui è stato anche autore. Passionale e idealista, Mino, durante la sua vita, si è impegnato a migliorare quella di bambini abbandonati e malati di Aids, impegno che si è trasformato in uno slancio di puro amore, quando adottò Andreia, di origini rumene, morta nel ‘96 a soli sei anni. L’incontro di Mino con il dolore e la sofferenza dell’infanzia lo ha portato a fondare l’associazione Bambini in Emergenza, alla quale si è dedicato con incessante devozione fino agli ultimi giorni della sua vita.