In macchina, insieme a Davide a Andrea, stavamo andando a comprare fumetti in un negozio che abbiamo scovato, un po' nascosto e per questo più romantico... in una traversa di un paese vicino a quello nel quale abitiamo noi. I discorsi, come al solito, spaziavano dalla loro giornata scolastica, sempre fonte di inesauribili vicende legate a insegnanti ed amici, a cosa comprare e a chi per il Natale oramai alle porte... quando una foto mi è venuta incontro...
Sul lato sinistro della strada che stavamo percorrendo si apriva uno dei parchi pubblici del nostro paese. Un prato lungo e largo puntellato di alberelli con le giostre sul fondo, a sinistra, nelle quali stasera nessun bambino giocava. Le cancellate, a sbarre larghe e intermittenti, lasciavano sbirciare volentieri quelli che passavano accanto. Una leggera nebbiolina si divertiva a trasferire nuvolette a cespugli verdi che puntellavano il lato destro.
In uno dei sentieri, in primo piano rispetto al prato, camminavano rilassate a chiacchierare due mamme giovani giovani ed a precederle due bambine con tanto di codino, saltellanti... come solo un regista di esperienza poteva suggerire loro, o come un bambino vero al colmo dell'entusiasmo.
Ho rallentato ed inserito la porzione di spazio tra le dita pollice ed indice ad incrocio ed ho scattato.
Davide mi ha detto: "Mamma! Ma pensi sempre alle foto!"
Io mi sono difesa, come si fa quando ci si sente un po' punti sul vivo: "Ma non ho preso il cellulare per scattare, come avrebbero fatto vent'anni fa i giapponesi che prendevamo in giro per questo, o come fa chiunque (sigh!) per mostrare la pastasciutta o l'unghia smaltata!". E lui, (degno figlio di sua madre) ha continuato:"Non c'entra quello che hai fatto, ma il fatto che tu pensi la realtà per fotografie."
Prim di rispondere ho pensato... che sì, questo è vero. Ma io rispetto troppo la fotografia per costringerla a conservare ogni aspetto della realtà che non meriti di essere ricordato: per la sua bellezza, per la sua bruttezza, perché testimonia un evento (privato o pubblico), e per mille altri motivi che io stessa non saprei elencare... ma SCELGO, sono io che mi fermo, colgo l'attimo ed inquadro, non scatto continuamente e senza senso su qualunque cosa cada davanti al mio sguardo.

Che bella... immagine!
RispondiEliminaCome ti capisco.
E' da quando sono appassionato di fotografia (praticamente da sempre) che camminando per strada, mi guardo intorno e cerco il miglior 'punto macchina' ...
Un tempo mi aiutavo con la mano a cannocchiale su un occhio, oggi, forse perché così ho la possibilità di scegliere... vedo "la realtà per fotografie".