venerdì 13 dicembre 2013

LA FOTO CHE NON HO SCATTATO

In macchina, insieme a Davide a Andrea, stavamo andando a comprare fumetti in un negozio che abbiamo scovato, un po' nascosto e per questo più romantico... in una traversa di un paese vicino a quello nel quale abitiamo noi. I discorsi, come al solito, spaziavano dalla loro giornata scolastica, sempre fonte di inesauribili vicende legate a insegnanti ed amici, a cosa comprare e a chi per il Natale oramai alle porte... quando una foto mi è venuta incontro... 

Sul lato sinistro della strada che stavamo percorrendo si apriva uno dei parchi pubblici del nostro paese. Un prato lungo e largo puntellato di alberelli con le giostre sul fondo, a sinistra, nelle quali stasera nessun bambino giocava. Le cancellate, a sbarre larghe e intermittenti, lasciavano sbirciare volentieri quelli che passavano accanto. Una leggera nebbiolina si divertiva a trasferire nuvolette a cespugli verdi che puntellavano il lato destro.
In uno dei sentieri, in primo piano rispetto al prato, camminavano rilassate  a chiacchierare due mamme giovani giovani ed a precederle due bambine con tanto di codino, saltellanti... come solo un regista di esperienza poteva suggerire loro, o come un bambino vero al colmo dell'entusiasmo.

Ho rallentato ed inserito la porzione di spazio tra le dita pollice ed indice ad incrocio ed ho scattato.
Davide mi ha detto: "Mamma! Ma pensi sempre alle foto!"
Io mi sono difesa, come si fa quando ci si sente un po' punti sul vivo: "Ma non ho preso il cellulare per scattare, come avrebbero fatto vent'anni fa i giapponesi che prendevamo in giro per questo, o come fa chiunque (sigh!) per mostrare la pastasciutta o l'unghia smaltata!". E lui, (degno figlio di sua madre) ha continuato:"Non c'entra quello che hai fatto, ma il fatto che tu pensi la realtà per fotografie."
Prim di rispondere ho pensato... che sì, questo è vero. Ma io rispetto troppo la fotografia per costringerla a conservare ogni aspetto della realtà che non meriti di essere ricordato: per la sua bellezza, per la sua bruttezza, perché testimonia un evento (privato o pubblico), e per mille altri motivi che io stessa non saprei elencare... ma SCELGO, sono io che mi fermo, colgo l'attimo ed inquadro, non scatto continuamente e senza senso su qualunque cosa cada davanti al mio sguardo. 

1 commento:

  1. Che bella... immagine!
    Come ti capisco.
    E' da quando sono appassionato di fotografia (praticamente da sempre) che camminando per strada, mi guardo intorno e cerco il miglior 'punto macchina' ...
    Un tempo mi aiutavo con la mano a cannocchiale su un occhio, oggi, forse perché così ho la possibilità di scegliere... vedo "la realtà per fotografie".

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